Coronavirus, Diego Ulissi: “16 lunghissimi e angoscianti giorni. Ritorno a casa indimenticabile. Dobbiamo accettare che la stagione possa essere cancellata”

Una quarantena particolarmente difficile quella di Diego Ulissi. Rimasto bloccato per 15 giorni ad Abu Dhabi per la crisi all’UAE Tour 2020, il corridore toscano non era dunque potuto essere assieme alla moglie per la nascita della sua seconda figlia. Nata i primi di marzo, Anna ha potuto conoscere e abbracciare il suo papà solo dopo qualche giorno, quando il portacolori della UAE Team Emirates ha ricevuto il via libera dopo aver effettuato altri tre tamponi negativi, mentre i suoi compagni Fernando Gaviria e Max Richeze sono invece risultati positivi e sono dovuti rimanere ancora in ospedale. Un rientro emozionante e commovente per il trentenne di Donoratico.

“Negli ultimi giorni ad Abu Dhabi il morale era molto basso, sapevo dai media cosa stesse accadendo in Italia, con quel maledetto virus che anche qui in Svizzera sta ormai imperversando – racconta a Il TirrenoRivedere Arianna, Lia e soprattutto la piccola Anna, che è nata i primi di marzo, è stato uno dei momenti più belli della mia vita, una scena di una tenerezza indimenticabile“.

Un momento toccante, arrivato dopo “16, lunghissimi e per certi versi angoscianti, giorni“, che ovviamente gli hanno fatto comprendere anche la gravità di una situazione che in molti sembrano ancora sottovalutare. Il corridore toscano vede perfino possibile che “bisognerà eventualmente accettare anche la possibilità che la stagione ciclistica 2020, dopo i tanti rinvii di corse più o meno importanti, venga cancellata definitivamente, se ciò sarà utile per la nostra salute”.

Anche se lui si allena regolarmente ora nella sua Svizzera, in cui i casi sono ancora ridotti e le limitazioni non così restrittive, “la paura è diffusa” ed è consapevole che “se la situazione continuerà a peggiorare, verranno adottati dei provvedimenti ancora più restrittivi”. Una situazione ha già conosciuto, ma che è pronto ad affrontare nuovamente, facendo anche lui un appello alla sicurezza, rivolgendosi a coloro che continuano ad allenarsi e pedalare, anche in gruppo.

Penso che siamo di fronte a dei pazzi criminali, che fanno del male a loro stessi e agli altri – conclude con fermezza – Bisogna seguire le ordinanze governative. Stare in casa e non uscire al momento sembra essere il solo modo per ora efficace per arginare l’avanzata del coronavirus. Ragazzi, se proprio non ce la fate a stare fermi – e qui mi rivolgo ai miei colleghi ciclisti di ogni età e categoria – fate come me, ad Abu Dhabi ho fatto quattordici giorni di rulli nella mia stanza di hotel. Non scherzate con le vite vostre e degli altri: questa è la mia raccomandazione“.

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